Un brutto risveglio (1°parte)

Un brutto risveglio (1°parte)

Un brutto risveglio (1°parte)

Spalancai gli occhi all’improvviso, il respiro affannoso come fossi reduce da una pericolosa apnea notturna, di fianco a me una carneficina e nessun ricordo. Sten, il più forte di noi, era quasi irriconoscibile, il torace aperto mostrava ferite di una violenza ed accanimento tali che nemmeno un odio profondo avrebbe potuto giustificare. Yesli decapitata e la testa a parecchi metri di distanza, e Braul ? Beh di lui c'era solo la gamba.
“C’è nessuno ?” urlai con affanno.
Non potevo essere solo. Se ero sopravvissuto a .... a qualunque cosa fosse, non potevo essere solo. Ma chi mi aveva salvato ? E dov’era costui?
Accesi quindi la torcia dello zaino e le flebile luce portata dalle poche fenditure della roccia fu subito supportata da quella della fiamma. Potei innanzitutto constatare che io stesso ero ricoperto di sangue ma solo qualche ferita superficiale, segno inequivocabile del mio coinvolgimento nella lotta. Ma ciò che attiró maggiormente la mia attenzione fu senz’altro quel libro e i ricordi, in parte, ricomparvero.
Ricordai perché eravamo qui, cosa cercavamo, ma nulla riguardo a ciò che era successo all’Interno di questi fetidi cunicoli di grotte.
In quell’istante rivissi la discussione della notte precedente coi miei compagni ormai defunti.
BRAUL: “siamo sicuri di aver preso la scelta giusta ad accettare l’incarico da parte dei monaci Rossi? Quell’ordine, a differenza del mio, non gode di grande stima. Nel corso dei secoli si sono avvicinati troppo all’occulto, temi pericolosi a cui bisognerebbe prestare maggiore attenzione. In più non ci hanno detto molto su quel dannato libro.
STAN: “Sei il solito pessimista prete. Ci pagheranno 100 monete a testa, quanto mi basterà per bere vino e andare a puttane per i prossimi sei mesi. Cos’altro dovrebbe interessarmi? E’ un lavoro pagato molto bene. In fondo un libro è solo un libro, ognuno gli dà il valore che crede”.
YESLI: “ che pensieri profondi Sten!!!” Sghignazzó. “Certamente dovremmo prestare la dovuta attenzione, non è una storia limpida. Tutte le volte che non ci viene detto quasi nulla sulla missione è cosi. D’altronde il nostro lavoro non è fare domande”.
Rievocati questi pensieri, raccolsi in tutta fretta la spada e lo scudo e misi le mani su quel libro.
Era vuoto!!!!
Era comunque evidente che portava su di sè il peso dei secoli. Le pagine consumate, soprattutto ai bordi, erano solo ricoperte di polvere. Una polvere talmente risalente che non era possibile rimuoverla con l’uso della sola mano.
Decisi allora di percorrere a ritroso la strada verso il monastero dei monaci Rossi per mostrare il libro e chiedere aiuto per fare chiarezza sulla morte dei miei compagni in quanto la mia stessa vita poteva essere ancora in pericolo se si fosse ripresentata quella cosa. Fortunatamente Yesli aveva segnato, come sempre, i vari bivi piantando al terreno i suoi coltelli da lancio, sicché mi fu facile ritrovare la via.
All’esterno i cavalli legati ai rami di un grosso albero lì fuori erano ancora spaventati. Spaventati a tal punto che nemmeno mi riconobbero. Non feci in tempo ad avvicinarmi che strapparono i rami e corsero via nitrendo all’impazzata. Non mi rimaneva altra soluzione che percorrere la strada a piedi fino alla strada più vicina, sperando nel passaggio di una carovana.

"Fui bendato e portato in una stanza, o meglio in una sorta di tempio, completamente ricoperto da specchi. Emanava sacralità e misticismo in ogni angolo.
Davanti a me seduto su una specie di trono intarsiato in oro e avorio sedeva l’alto prelato."

Dopo due giorni di cammino, esausto, affamato ed assetato, fui raccolto da un viandante.
“Ciao giovane” mi disse. “Che ti è successo? Stai fuggendo da qualcuno?”.
“Ti chiedo solo un passaggio per il tempio dei monaci Rossi. Verrai pagato profumatamente: Queste 5 monete come acconto altre 10 ti aspettano all’arrivo. Per il resto non ho voglia di parlare, ho la testa a pezzi. Se per te non è un problema andrò a riposarmi lì dietro”.
“Affare fatto” rispose il viandante. “Riposati pure”.
Al termine del secondo giorno di viaggio, e senza praticamente avere scambiato una sola parola con il proprietario della carovana giunsi alle porte del monastero.

brutto risveglio parte1
“Devo vedere immediatamente l’alto prelato Midran” urlai.
MONACO ROSSO: “la scortiamo immediatamente”.
Fui bendato e portato in una stanza, o meglio in una sorta di tempio, completamente ricoperto da specchi. Emanava sacralità e misticismo in ogni angolo.
Davanti a me seduto su una specie di trono intarsiato in oro e avorio sedeva l’alto prelato: “Immagino tu sia venuto a comunicare il vostro fallimento, come tanti altri”.
Con il poco fiato che mi rimaneva in corpo gridai: “A causa dei vostri segreti e dei vostri giochetti tutti i miei compagni hanno perso la vita. Maledetti stronzi, mi volte spiegare cosa è successo?? Cosa nascondeva di tanto importante questa specie di diario consunto????. Certo che ho con me il libro!!” Esclamai.
Il volto del prelato sbiancó manifestando un sentimento difficilmente descrivibile, come un misto tra entusiasmo ed al contempo preoccupazione: “non lo avete aperto vero ??? Come mi ero raccomandato !!!! Mostramelo subito!!!! Veloce! Voi ( rivolgendosi agli altri monaci) correte a prendere il leggio”.
All’improvviso, qualche ricordo a sprazzi di quel tragico momento.
Sten, tutta colpa di quello stupido barbaro. Nonostante le raccomandazioni aveva aperto quel maledetto libro.
Mentre vivevo questi ricordi mi sentivo mano a mano venire meno, come fossi espulso fuori dal MIO corpo da qualcosa o meglio da qualcuno. Allo specchio il mio viso, prima emaciato e consumato, acquisiva colorito ed un'espressione di cui non ero padrone. Mostravo occhi felini e talmente penetranti da costringermi a distogliere lo sguardo dallo specchio. Il mio corpo emanava forza ed energia benché portasse ancora i segni della recente battaglia.
Trasmettevo un tale senso di malvagità che l’alto prelato rimase quasi ipnotizzato: “mi cercavi Midran??
Guarda caso anche io cercavo te”.......

di Concita