Perché il vecchio sa ancora di buono e il nuovo è la morte dei sensi
Di recente rivedevo quel bel pezzo di Johansson in Match Point, film a mio parere, capolavoro noir del cinema di Allen. Tutto il girato si svolge in una Londra raccontata tra appartamenti e ville borghesi, dimore superlative dei protagonisti che annegano la loro noia atavica tra visite alla Tate Modern, cene a base di caviale contornate da battute di caccia in brughiera e amichevoli incontri sportivi in club privati. Ne sono come sempre affascinato. Amo quell'idea di benessere affogato in una visione astratta di una vita congelata ma sicura, senza scossoni, senza imprevisti, priva di sbocchi creativi ma piena di possibilità acquistabili, oggetti costosi e carte di credito calate come si fa con le briscole.
Sprofondo ancora un pò nel divano con un sacchetto di patatine gusto barbecue in mano ed un'idea del ceto medio così amabilmente descritta da Woody, che per inciso non è un wurstel, mentre mi rilasso al pensiero di canoni e cliché che scorrono sul video fantasticando su chi la vita la può condurre con estrema serenità e fiducia nel futuro.
Il tutto si smorza però molto presto, poco dopo l'arrivo della famigerata pubblicità che mi spinge come al solito a fare uno zapping rapace sino a che non trovo sui canali del biscione, la banda dei bolliti, ovvero i soliti otto – dieci riciclati della ruota della fortuna del mondo dello spettacolo trasformati nel giro di un lustro dal loro debutto nella loggia massonica della Sciagura e della Disgrazia, coi relativi gradi, - Ascendente - Discendente - Fossa delle Marianne, che dopo essere iniziati da semisconosciuti a divi super noti diventano meteore che spaventerebbero i più mastodontici dinosauri, sia per la massa, (grassa per lo più), che per la velocità di moto a caduta libera con la quale vengono schiantati sulla famosa isola.
Niente da fare. Non ce la faccio. Mi piglio due pillole e crollo. E fanculo pure Woody.
Di lì a poco mi raccoglie dalle braccia di Morfeo per trasportarmi lesto in direzione ascendente tra nebbie oniriche dense e fitte, un nano con borsalino con le sembianze di Maurizio Costanzo con tanto di camicia Collofit d'ordinanza che mi dice che mi porterà al cospetto del supremo.
Io chiedo: “il tuo o il mio?”..., “tante volte fosse che il Silvione nazionale avesse due minuti anche per le lamentele del sottoscritto....”.
E lui mi risponde: “...quello che ancora bestemmia in cielo!”.
Allora capisco che non si tratta né del Cavaliere, (giacché fu sempre uomo di proverbiale educazione) e men che meno di Gesù, per ovvie ragioni.
Quindi per me anche questa volta nessuna botta di culo di incontri eccellenti di cui vantarsi o improvvise relazione mistiche col supremo, quello vero, con cui magari trattare qualche sconto di pena prima del trapasso. Niente da fare.
Il viaggio è breve ma fa freddo, un freddo cane, e quando lo vedo seduto col mitico bastone, lo confondo per via della sciarpa con un fighetto radical chic con la barba bianca e lunga, sicuro però che non può essere un santo perché io lo vedo e lui impreca, prima in modo disdicevole, e poi senza contegno.
Adesso ne sono certo.
Grazie a Dio, è Lui!
“Maestro!!!” esclamo, “non è passato un giorno senza che ripensassi ai suoi grandi insegnamenti, alla sua visione della vita così radicale …..e a quel suo “DAMME' A QUATTRO!!” con una fetta di mortadella in bocca, che solo Lei maestro, solo Lei.....
Qualche fanatico professa Bakunin, ma Lei sì maestro, Lei sì che è religione.
Contro tutto e contro tutti, sempre....nella buona e nella cattiva sorte. Anche quando l'hanno cacciata e poco prima di partire per il viaggio che La portò qua la strafottenza non si era sopita e lo stile non era calato di una virgola.
Mai piegato, mai. Manco i soldi l'hanno comprata”.
“Maestro!!!” esclamo, “non è passato un giorno senza che ripensassi ai suoi grandi insegnamenti, alla sua visione della vita così radicale …..e a quel suo “DAMME' A QUATTRO!!”
Al ché lui mi interrompe incalzando scocciato: “Mo me voi dì c'hai fatto tutta sta strada pe dimme che sto mejo io a coerenza che tutto er trojaio che ce sta oggi in giro??????”
A quel punto capisco che lassù dalla nuvola poteva vedere tutto e sapeva del merdaio che aveva fermentato negli ultimi tempi nel palinsesto delle tv commerciali, dove aveva calcato la scena per anni portando alla conduzione televisiva un'autentica rivoluzione. Si trattiene solo per un attimo e quando gli chiedo di dirmi che ne pensa di questo vaccaio 4.0 che si snoda dal web alla tv in un continuo fiorire di giovani e meno giovani leve autocelebratesi artiste della neosocietà digitale e sacerdotesse della neoreligione del solo se appari esisti, (in una versione possibilmente hard), protagoniste di reality e show di dubbio gusto finanche elevate al rango di opinioniste di talk sulla scia del trash è bello, ....lui si chiude in un religioso silenzio.
Lo sguardo è fisso.
Una statua.
E penso; “sarà cambiato....meno impulsivo, meno preda della passione che lo ha accompagnato tutta la vita, in una nuova stagione della franchezza più mite e riflessiva!”
Col cazzo.
E tuona!!:
“Quando e mignotte da e case so annate ne e strade c'avevano un'arte, un mestiere, queste che oggi fanno e mignotte e dicono desse artiste manco c'hanno er pennello........piuttosto una certa enormeee, gigantescaaa,.........affinità co l'uccello.........!!!”.
“AH,AH,AH,AH,AH!!!”
Ed è così che io ruzzolo giù dalla nuvola sotto il peso di fragorose risate.......
…....perché i toni erano quelli di sempre e la suprema verità tagliava l'aria come solo lui aveva saputo fare per anni coi suoi modi tranchant....
…....e mentre cado immagino che anche il Cavaliere si sarebbe sganasciato, e avrebbe riso perché in fondo era anche un pò il suo stile di humor.... sapendo poi, che lo aveva scoperto proprio lui......”il giornalaio”.......
Ma purtroppo il paradiso dei giganti è per me ancora ad accesso limitato.
Così, sonnifero finito ed effetto “ON” torno in me ed è ancora sera, ed è ancora lunedì, proprio in quelle ore della notte di quel giorno della settimana quando lui era in onda e trasmetteva la voce della polemica, quella voce che mi teneva in tiro per un paio d'ore che neanche la coniglietta del paginone centrale di Playboy.
Ma è così, e lui me lo ha insegnato, lo stile è stile e la merda è merda.
E ve ne tireremo finché ce ne sarà.
GRAZIE GIANFRANCO.
(e anche se lo spero ma non ci credo, .....riposa in pace.)
di Mr. Lomax