Siamo all’epilogo. Fare le cose con continuità non rientra nelle nostre corde e sarebbe troppo banale.
E’ un po’ come incontrare una bella donna passionale, procace che ti invita ad un amplesso. Tu sei super eccitato, hai la cappella lubrificata e sei pronto ad esplodere. Lei ti tocca nei punti sensibili e un esercito di brividi ti percorre la schiena. Ti slaccia la patta dei pantaloni, si china e accarezza la sagoma del tuo caccia bombardiere armato. Due, tre passate, titillando con le unghie il prepuzio.
Infine decide di passare al sodo e ti abbassa le mutande; nello stesso momento ti parte il primo colpo che la coglie di sorpresa; arriva dritto agli occhi e lei si copre la faccia urlando. Tu non capisci più niente, sei in uno stato confusionale e senti solo l’uretra che scarica flutti di sperma repressi.
Riacquisti la vista e vedi la procace al suolo intenta a liberare gli occhi dal liquido urticante.
Fai per aiutarla ma il tuo uccello continua a sparare e non volendo la colpisci nuovamente; allora lei bestemmia e ti chiede perché lo fai. Ma come perché lo faccio? Non è mica un’automobile che se tocchi il freno si ferma. Una volta che dai un calcio nel culo ad un dobermann non è che poi, puoi chiedergli scusa. Perché lo fai? Ma robe da matti. Allora ti sale il nervoso e con gli ultimi getti cerchi di colpirla intenzionalmente. Ma vai a vuoto. Perché la vita è così, c’è sempre una morale in tutto. E qui la morale è che c’è gente che prima ti pompa e ti dice «tu sei un grande, tu sei forte e gli altri ti fanno un baffo, schiacciali» e quando ti convinci e inizi a dare manrovesci a destra e manca per farti largo, la gente ti da del mostro e ti chiede perché stai facendo tutto questo. Ti si rivoltano contro e allora fai per colpirli ma non ci riesci e ti cassellano di botte. Uno potrebbe tradurre tutto questo nella frase “batti il erro fintanto che è caldo” ma io credo sia più comprensibile l’esempio dello sperma che colpisce gli occhi quando non si vuole e lo sperma che non colpisce gli occhi quando si vuole. Che sta storia di battere il ferro quando è caldo mi sembra una gran minchiata, come se nel 2015 il mondo fosse governato da fabbri o carpentieri. Hai mai sentito un ministro che faceva il fabbro prima? Figurati, i ministri non sanno neppure cosa vuol dire far un lavoro manuale. Per essere ministro devi conoscere le tre regole base che assomigliano a quelle dei musicisti: sesso, droga e rock’n’roll. Solo che al posto del rock’n’roll devi avere la faccia come il culo. Quindi: sesso, droga e faccia come il culo. E non è demagogia o populismo. E’ semplice analisi logica: riconoscere i componenti di una fulgida carriera politica. Nei primi tempi sei supereccitato, lo metti ovunque. Poi il desiderio cala e quando non hai più le forze ti fai aiutare dalla chimica e continui a schiaffarlo. Devi averlo sempre dritto, non puoi permetterti di abbassare la guardia e puntelli qualsiasi culo ti passi davanti. Poi, naturalmente, a volte sei tu a prenderlo ma fa parte del gioco e anche qui c’è la chimica che aiuta a sfiammare. Insomma te ne vai in giro con il cazzo dritto a sfondare il culo del popolo e la gente ti chiede: «come fai ad avere sempre il cazzo dritto?» E tu rispondi: «è colpa della sinistra, oppure siete voi che avete un culo che risucchia». E insomma incolpi il risucchio dei culi e proponi di applicare un turo ad ogni sedere del popolo. Ma alcuni sederi ormai sono sfondi e si potrebbero tappare solo con dei palloni da basket. Ed è qui che inizi a schierarti: sto con quelli che vogliono comprare palloni da basket, più costosi e di difficile inserimento, o mi schiero con quelli che boicottano i palloni da basket perché fabbricati da forza lavoratrice minorile vietnamita? E il popolo non sa a chi rivolgersi perché il pallone da basket è doloroso ma pure tutti sti cazzi dritti che lo circondano fanno male.
Poi ci sono i cittadini che cedono al dolore e diventano masochisti e cercano di convincerti che quanto stanno facendo i politici sia buono e che i nostri culi risucchiano.
Tu ti passi una mano sul sedere ma non senti quel vortice d’aria che crea un’aspirapolvere e allora resti dubbioso.
Poi le cose sono degenerate: per non coinvolgere i bambini vietnamiti alcuni politici hanno utilizzato altri oggetti per tappare gli ani. Dai coni stradali arancioni e bianchi ai cani randagi. E allora vedi sti poveri cittadini che camminano a fatica con il corpo del cane che penzola da dietro e la testa inserita nel sedere. Come figure mitologiche a sei zampe conducono una vita di privazioni e stenti.
Non contenti, i politici hanno coinvolto parenti e amici nel calderone delle istituzioni ma questi non avevano nessuna voglia di studiare e imparare l’arte per cui hanno fatto un gran casino finendo per inserire i coni stradali nel culo dei cani randagi. I cani randagi, di conseguenza, mordevano il popolo perché l’animale non è come l’essere umano: mal sopporta piramidi fluorescenti nel culo. Allora i vecchi politici hanno cercato di coprire il casino fatto dai parenti amici dicendo che è colpa del popolo se i cani randagi sono incazzati, perché: chi vi ha detto di abbandonare sti poveri cani? E qui sono intervenuti a sostegno gli animalisti proponendo che ogni famiglia adottasse un cane. Ma le famiglie avevano già i loro cazzi a cui pensare e allora i politici hanno detto che dove si mangia in 4 si mangia pure in 5 e che bisogna smettere di essere egoisti e che, se la sinistra non si mette di mezzo, avremo un futuro roseo e prospero in cui cane e uomo torneranno amici. Ma io pensavo, anche se sto cane smette di mordere, sto cono dal culo chi ce lo leva?